Il processo di inserimento in ambito lavorativo delle persone affette da disabilità psichiatrica può essere gestito in modi differenti. Secondo il nostro modello i trattamenti psichiatrici e riabilitativi sono integrati. Lavoriamo infatti a stretto contatto con le operatrici dei Servizi di Integrazione Lavorativa e con i Centri per l’Impiego posti sul territorio per quanto riguarda tutti gli step di inserimento dell’utente nel contesto lavorativo (scelta della commessa, presentazione in azienda, monitoraggi sia durante la fase di tirocinio sia durante il proseguo dell’esperienza).
Attraverso le operatrici dei SIL effettuiamo interventi in rete anche con i medici specialisti che seguono gli utenti e con tutti gli altri servizi che eventualmente si occupano degli aspetti abitativi e familiari. Questo perché siamo convinti che l’aspetto lavorativo e l’aspetto privato di queste persone debbano crescere di pari passo: se ogni operatore condivide con gli altri le informazioni relative al proprio ambito si costruisce una visione completa e meno parziale della persona inserita.
L’ambiente lavorativo
Come già asserito precedentemente l’ambiente di lavoro va preparato all’accoglienza dell’utente con disabilità. A tal fine si possono introdurre alcune facilitazioni sul posto di lavoro. Per fare questo è necessario avere bene in mente sia le caratteristiche dell’ambiente lavorativo che le caratteristiche dell’utente da inserire poiché le facilitazioni vanno studiate ad hoc ogni volta.
In particolar modo vanno valutati questi aspetti dell’utente:
- Principali disfunzioni
- Influenza delle disfunzioni sulla prestazione lavorativa
- Il compito più ostacolato dalla disfunzione
- Il bisogno di una facilitazione
- Il tipo di facilitazione più idoneo
- I parametri atti a valutare l’efficacia delle facilitazioni adottate e l’eventuale necessità di introdurne altre.
Cosa si intende per facilitazioni?
Si tratta di strategie utili al superamento delle limitazioni presenti a causa della disabilità.
Alcuni esempi:
Facilitazioni per deficit di resistenza: adottare un orario parziale, concedere pause più frequenti, consentire tempi più lunghi per apprendere l’esecuzione dei compiti, assegnare un carico di lavoro adeguato alla resistenza del lavoratore…
Facilitazioni per deficit di concentrazione: ridurre l’eccesso di stimolazioni ambientali, fornire uno spazio lontano dai luoghi affollati, permettere di lavorare sentendo musica di sottofondo, utilizzare spazi illuminati da luce naturale, dividere compiti complessi in parti più semplici, individuare i compiti essenziali tralasciando quelli secondari.
Facilitazioni per deficit cognitivi: far esercitare il nuovo assunto nella pratica del lavoro, suddividere un compito complesso in più parti elementari chiaramente definite, usare un linguaggio semplice ed essenziale, stabilire una sequenza ruotinaria di compiti, incoraggiare gli utenti a seguire l’esempio visivo dei colleghi per imparare lo schema di esecuzione dei compiti e i comportamenti più appropriati ad un contesto lavorativo.
Facilitazioni per deficit nell’organizzazione del lavoro e nel rispetto delle scadenze: compilare una lista di compiti quotidiani da depennare man mano che vengono completati, aiutare il lavoratore a valutare il tempo a disposizione per completare i compiti, usare calendari e agende per appuntare date di scadenza, usare un timer.
Facilitazioni per deficit di memoria: permettere di prendere appunti per registrare le istruzioni per eseguire un lavoro, supportare il lavoratore ad imparare le tecniche lavorative, scrivere la successione delle operazioni necessarie per completare i compiti.
Facilitazioni per difficoltà a mantenere una buona relazione con il datore di lavoro: sensibilizzare il datore di lavoro a fornire rinforzi positivi al lavoratore, chiarire al lavoratore le aspettative del contesto, le responsabilità e le competenze richieste, informandolo sulle conseguenze di una bassa performance lavorativa, insegnare al lavoratore come comunicare efficacemente con il datore di lavoro, supportare il lavoratore a incontrarsi periodicamente con il datore di lavoro per valutare l’andamento dell’esperienza.
Facilitazioni per difficoltà di gestione dello stress e delle emozioni: permettere di telefonare durante le ore di lavoro al proprio psichiatra o figura di supporto, concedere brevi pause per “staccare la spina”, aiutare l’utente a riconoscere i fattori stressanti e a gestire i sentimenti negativi, aiutare l’utente a contrastare le allucinazioni uditive.
Il nostro modello di inserimento lavorativo prevede una visione molto precisa di cosa ci aspettiamo da ogni utente con disabilità. Ognuno di loro viene responsabilizzato fin da subito a offrire tutto il meglio di cui è capace: senza forzature né coercizioni, i ragazzi vengono motivati a impegnarsi nel lavoro che viene loro affidato. C’è sicuramente spazio per l’errore e la giornata storta, però a nessuno è concesso di uscire dalle regole del contesto lavorativo. Le regole sono poche e chiare e hanno lo scopo di creare un contenitore dentro il quale loro possono sentirsi sicuri e a loro agio.
Secondo la nostra esperienza è inoltre fondamentale che queste persone si sentano coinvolte in un sistema in cui il loro lavoro è importante per il sostentamento del sistema stesso: ognuno di loro sa che il cliente continuerà a fornirci lavoro per loro alla condizione che sia soddisfatto della qualità e della quantità di prodotto finale fornito. Lo scopo finale è quello di rendere questi utenti autonomi sotto il profilo lavorativo e personale: alcuni di loro ci hanno resi molto orgogliosi perché dopo qualche anno di lavoro con noi sono stati in grado di muoversi autonomamente e trovare degli impieghi dove lavorano fianco a fianco con persone “normali”.
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