“Qui da noi, ogni persona può contare su tutta la struttura Sama”. È una frase, che però sintetizza la filosofia che regola il progetto Sama, emersa da un breve scambio di battute con la psicologa della cooperativa, da anni consulente per il progetto Sama.
Se dico “Sama” qual è la prima parola che ti viene in mente?
Funziona.
Ovvero?
Progetto Sama funziona e dimostra ogni giorno la sua utilità: ridare occasioni a chi convive con alcuni svantaggi o a chi si è trovato in situazioni da cui non è facile risollevarsi da soli. Questo perché Sama è un programma concreto ed efficace di inserimento per lavoratori svantaggiati. Non è un centro di sola assistenza. Questa è la sua forza.
E una psicologa, allora, che cosa ci fa in Sama?
La psicologa entra in sinergia con il sistema produttivo di SAMA nella misura in cui sostiene la qualità del lavoro delle persone attraverso la cura del benessere organizzativo, la cura nell’attenzione alle peculiarità dei lavoratori, la cura nel riconoscere tempestivamente eventuali segnali di disagio delle persone. Che poi è il nostro impegno a recuperare professionalità e abilità al lavoro, partendo da situazioni più o meno gravi, di svantaggio. In questi anni abbiamo raccolto un know how unico nel suo genere. È importante saperlo, Sama è un progetto per tutti.
Restando nella tua professione, come ci si prepara a tutto questo?
In realtà, non esiste ad oggi una formazione specifica per lavorare con persone svantaggiate, quantomeno non in un progetto delle proporzioni di SAMA. Si impara dunque sul campo, implementando giorno per giorno nuove esperienze di cui fare tesoro. Progetto Sama è davvero un progetto pilota, non ci sono esperienze o studi pregressi.
Qual è il tuo rapporto con chi lavora in Sama?
Io sono il primo volto della Cooperativa che chi arriva in Sama vede: il rapporto comincia dal colloquio di selezione e poi prosegue fintanto che le persone restano all’interno del progetto. Restaurare un equilibrio tra svantaggio e prestazione richiede molto impegno gestionale, non è facile. La motivazione, ad esempio, è importantissima, fondamentale. Quando le persone soddisfano le loro aspirazioni lavorative innescano una serie di processi virtuosi che le portano sempre più sulla strada dell’autodeterminazione e del rinsaldamento del senso di sé, cioè della propria individualità, elementi necessari perché il percorso abbia successo. È indispensabile motivare le persone ad autodeterminarsi, in un percorso dal semplice al complesso, ovvero da lavorazioni di base fino alle lavorazioni più difficili. L’obiettivo è portare chi lavora con noi a poter accedere alle aziende, tra virgolette, normali.
Sì, ma non siete soli…
Assolutamente no. Ci sono continue condivisioni con i servizi pubblici, con i quali possiamo scambiarci esperienze. Lavoriamo sia con i professionisti di Veneto Lavoro che con quelli del Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) delle Ussl. Vengono effettuati colloqui di lavoro e monitoraggi, dove si valutano aspetti professionali, ma anche umani. Progetto Sama si occupa solo della parte lavorativa, dell’inserimento o reinserimento della persona in una processo produttivo, demandando al resto della rete sociale il supporto extralavorativo.
Quindi qual è la rivoluzione che Sama ha portato?
La rivoluzione è stata quella di vedere le potenzialità inespresse dentro alle persone definite “svantaggiate”, di dare loro modo di esprimerle in un ambiente produttivo e di farlo su scala industriale, all’interno di un vero stabilimento con veri clienti che si aspettano qualità e quantità come da qualunque terzista. In questo Sama è una attività del tutto innovativa, è qualcosa che prima semplicemente non esisteva. Stiamo crescendo molto rapidamente, per questo è importante informare, parlare di Sama e della sua attività. È importante per Sama, ma anche e soprattutto per chi lavora.
Siamo partiti da una parola: “funziona”; scegline una per concludere.
Conoscenza.
E la sua trasmissione, aggiungerei. Mi spiego meglio: le aziende che si affidano a noi ci trasmettono le conoscenze tecniche necessarie per effettuare le lavorazioni richieste. Il nostro compito è poi quello di trasmetterle ai lavoratori di SAMA insegnando loro la tecnica, che è una cosa importante, ma soprattutto condividendo con loro una serie di valori e regole condivise, necessarie per vivere nel rispetto reciproco. Per farlo non usiamo la gerarchia e l’autorità bensì l’esempio quotidiano e l’autorevolezza di chi giorno per giorno lavora e si impegna affinché anche le persone più deboli possano avere una possibilità.
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