Biagio oggi dice che sta bene. Lo dice a voce alta nella Comunità in cui si trova.
Lo dice orgoglioso del percorso che sta facendo e ogni tanto sorride quando a denti stretti dice che la vita ti mette sempre davanti a delle difficoltà, ma la cosa sorprendente è che scopri di avere la forza e le risorse per affrontarle e superarle.
La vita in comunità è scandita da ritmi regolari, le attività si ripetono e anche i volti di chi le fa, e questo gli dà sicurezza, “mi piace”.
“La mattina mi alzo e bevo il caffè che abbiamo preparato facendo quattro chiacchiere con i miei “amici”, operatori e pazienti bisognerebbe dire, ma a me non piacciono questi termini. So cosa mi aspetta nella giornata: lavori in comunità, preparazione pranzo, riunione per organizzare le attività settimanali, terapia di gruppo e singola… è importante per me ora sapere che la mia quotidianità è scandita da questi ritmi, so cosa mi aspetta e sono preparato ad affrontarlo. Questo mi dà sicurezza. Non voglio più vivere “alla giornata”… non ne sarei neanche più capace”.
Se pensa all’uomo che era un mese fa fatica a riconoscersi, ma sa che quello che vede adesso allo specchio non è il vero Biagio… la differenza ora è che sa che può tornare ad essere se stesso. Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che quello specchio rifletta la persona che realmente Biagio sente di essere, ma lui tempo ne ha e sta imparando a capirne il valore. Il suo pensiero principale è di riprendere presto il lavoro, non sarà facile, ma ci saranno persone disposte a fargli guadagnare l’opportunità di dimostrare che ce la può ancora fare.
Certo un supporto servirà sempre… ma ora Biagio sa qual è LA VIA da seguire.
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